sabato 28 gennaio 2017

Topolino 3188 - 3 Gennaio 2017

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Topolino 3188 - 3 Gennaio 2017 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano
TRUE PDF | 164 pagine | 40,6 MB
CBR 215 dpi | 164 pagine | 46,2 MB

Topolino 3189 - 10 Gennaio 2017

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Topolino 3189 - 10 Gennaio 2017 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano
TRUE PDF | 164 pagine | 40,2 MB
CBR 215 dpi | 164 pagine | 45 MB

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 1 - Marzo 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 1 - Marzo 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 31,8 MB | 203 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 10 - Dicembre 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 10 - Dicembre 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 30,2 MB | 202 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 2 - Aprile 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 2 - Aprile 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 31 MB | 209 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 9 - Novembre 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 9 - Novembre 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 31,9 MB | 192 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 3 - Maggio 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 3 - Maggio 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 30,2 MB | 190 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 8 - Ottobre 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 8 - Ottobre 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 36,2 MB | 195 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 4 - Giugno 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 4 - Giugno 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 30,3 MB | 187 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 7 - Settembre 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 7 - Settembre 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 34,8 MB | 198 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 5 - Luglio 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 5 - Luglio 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 30,9 MB | 189 pagine

Dragon Quest - L'Emblema di Roto 6 - Agosto 1998

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Dragon Quest - L'Emblema di Roto 6 - Agosto 1998 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shonen | Avventura | Fantasy | Azione
Dragon Quest: L'Emblema di Roto è uno shōnen manga di genere fantasy ispirato alla celebre saga videoludica di Dragon Quest e ambientato nello stesso universo narrativo. È scritto da Junji Koyanagi, Kamui Fujiwara e Chiaki Kawamata ed è stato pubblicato in Giappone dalla Square Enix, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Ispirato al mondo degli RPG giapponesi della saga di Dragon Quest, L'emblema di Roto colma il gap temporale che intercorre tra il terzo episodio della saga videoludica e il primo. Situato un secolo dopo la fine di Dragon Quest III - Into the Legend, narrà le avventure di Arus Roto, discendente diretto di Arel, il prode guerriero di cui avete vestito i panni se avete giocato a Dragon Quest III. Orfano dei genitori a causa di un complotto ordito dal malvagio Re Magico Imajin, il piccolo principe Arus riesce a salvarsi grazie al coraggio di Lunaphrea, figlia del capo delle guardie del palazzo di Kaamen, luogo d'origine di Arus, e di Talkin, chierico del castello. Lo ritroviamo un decennio più tardi, cresciuto e in salute, pronto ad accettare il suo destino di discendente dei Roto e di prode guerriero e a combattere contro Imajin e i suoi seguaci. Per coloro che hanno giocato al videogioco, segnalo la presenza, all'interno della storia, di numerosi accenni alla leggenda del prode guerriero Arel, che ricalca molto fedelmente la trama del videogioco.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 28,7 MB | 180 pagine

Mitico 97 - F - Motori in pista 1 - Giugno 2002

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Mitico 97 - F - Motori in pista 1 - Giugno 2002 | ISSN 1129-9851 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Manga | Seinen | Commedia | Drammatico | Sport
Collana edita dalla Star Comics che ospita serie manga di gran successo, tra cui: Lupin III, Dottor Slup & Arale, Orange Road e molte altre. 

F - Motori in pista è un seinen manga scritto da Noboru Rokuda per la Shogakukan, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
F - Motori in pista nasce dalla mente del poliedrico Noboru Rokuda, autore dell'altrettanto conosciuto Dash Kappei - Gigi la Trottola.
Questo fumetto di 28 volumi risale al 1986 e ne sono stati ricavati 31 episodi di anime dal titolo in italia di Motori in pista su reti locali per lo più.
Il manga inizia in modo senz'altro demenziale con il protagonista Gunma Akagi che imperversa con il suo trattore truccato per le campagne giapponesi urlando che «non permetterò a nessuno di starmi davanti» e osserververemo la sua lenta ascesa nel mondo delle corse automobilistiche dall'esame della patente fino al suo sogno: la Formula 1.
Mano a mano il fumetto perde il suo timbro demenziale (incredibili erezioni da parte del protagonista e modi alquanto particolari di fare uscire fuori strada altre macchine per citare pochi esempi) e prende una via molto più riflessiva nella psiche dei vari personaggi che acquistano sempre più profondità, lasciando spazio a grandissime gioie ma anche a enormi tragedie.
Un manga quindi assolutamente poliedrico che può piacere dapprima per l'aspetto comico, può piacere agli appassionati di automobili e può piacere agli amanti del drama ricco di colpi di scena.Lo consiglio a tutti... anche perchè possiede un finale di rara bellezza.
Per finire due parole sulla grafica che si affina enormemente con il proseguimento della serie per cui non vi fate prendere dallo sconforto solo leggendo il primo volume. Riconoscerete molto bene i circuiti di Formula 1 che vediamo durante il campionato e come evoluzione nel tratto la vedo molto simile ai primi numeri di Orange Road rispetto agli ultimi: non so se mi spiego!

ISSN 1129-9851 | Italiano | CBR 215 dpi | 53 MB | 239 pagine

Mitico 103 - F - Motori in pista 7 - Dicembre 2002

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Mitico 103 - F - Motori in pista 7 - Dicembre 2002 | ISSN 1129-9851 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Manga | Seinen | Commedia | Drammatico | Sport
Collana edita dalla Star Comics che ospita serie manga di gran successo, tra cui: Lupin III, Dottor Slup & Arale, Orange Road e molte altre. 

F - Motori in pista è un seinen manga scritto da Noboru Rokuda per la Shogakukan, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
F - Motori in pista nasce dalla mente del poliedrico Noboru Rokuda, autore dell'altrettanto conosciuto Dash Kappei - Gigi la Trottola.
Questo fumetto di 28 volumi risale al 1986 e ne sono stati ricavati 31 episodi di anime dal titolo in italia di Motori in pista su reti locali per lo più.
Il manga inizia in modo senz'altro demenziale con il protagonista Gunma Akagi che imperversa con il suo trattore truccato per le campagne giapponesi urlando che «non permetterò a nessuno di starmi davanti» e osserververemo la sua lenta ascesa nel mondo delle corse automobilistiche dall'esame della patente fino al suo sogno: la Formula 1.
Mano a mano il fumetto perde il suo timbro demenziale (incredibili erezioni da parte del protagonista e modi alquanto particolari di fare uscire fuori strada altre macchine per citare pochi esempi) e prende una via molto più riflessiva nella psiche dei vari personaggi che acquistano sempre più profondità, lasciando spazio a grandissime gioie ma anche a enormi tragedie.
Un manga quindi assolutamente poliedrico che può piacere dapprima per l'aspetto comico, può piacere agli appassionati di automobili e può piacere agli amanti del drama ricco di colpi di scena.Lo consiglio a tutti... anche perchè possiede un finale di rara bellezza.
Per finire due parole sulla grafica che si affina enormemente con il proseguimento della serie per cui non vi fate prendere dallo sconforto solo leggendo il primo volume. Riconoscerete molto bene i circuiti di Formula 1 che vediamo durante il campionato e come evoluzione nel tratto la vedo molto simile ai primi numeri di Orange Road rispetto agli ultimi: non so se mi spiego!

ISSN 1129-9851 | Italiano | CBR 215 dpi | 51,1 MB | 219 pagine
 

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