mercoledì 20 dicembre 2017

Black Jack 16 - Novembre 2003

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Black Jack 16 - Novembre 2003 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shounen | Drammatico
Numero volumi : 25
Black Jack è un shounen manga scritto da Osamu Tezuka per la Kodansha, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Hazard Edizioni.
Il manga racconta la storia di un medico giapponese senza licenza di nome Black Jack, abilissimo maestro della chirurgia ma anche cinico, avido e, a tratti, spietato. Un personaggio non sempre positivo che catalizza l'attenzione dei lettori grazie alla propria attenzione verso i valori alla base della medicina, il rispetto per la vita e l'avversione per i corrotti di questo mondo. La narrazione si svolge in massima parte per episodi autoconclusivi normalmente scollegati. Solo di rado è possibile cogliere le tracce di alcune sottotrame che disegnano nel tempo i dettagli del personaggio principale e dei (pochissimi) comprimari.
Non è presente una trama di fondo e, ancora più interessante, non c'è nemmeno un'evoluzione nel protagonista. Lo sviluppo del personaggio si basa sulla scoperta del carattere e delle motivazioni del protagonista, abilissimo chirurgo anche nel campo della plastica, ma con il proprio volto sfigurato da cicatrici.
Si può dire che Tezuka abbia usato questo manga per sensibilizzare i suoi lettori ad alcuni problemi della società moderna.
L'autore (forte della propria conoscenza del campo medico) non si è risparmiato alcun dettaglio in campo medico, e le tavole che mostrano operazioni in corso sono fedeli riproduzioni di una realtà che spesso i nostri occhi di profani evitano con attenzione. Per lo stesso motivo, i dialoghi sono spesso punteggiati di terminologia specialistica che però si impara presto a conoscere.
Non manca poi una certa predilezione per alcuni aspetti fantascientifici della medicina, campo che l'autore aveva già avuto modo di esplorare con altre opere. Da questo punto di vista è interessante notare come l'autore faccia spesso eseguire al suo protagonista operazioni impossibili da eseguire nel 1973, alcune delle quali oggi stanno diventando una realtà.
Il disegno è semplice, aggraziato ed efficace, e non si discosta di una virgola dallo stile di Tezuka più classico.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 47,2 MB | 237 pagine

Black Jack 13 - Luglio 2003

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Black Jack 13 - Luglio 2003 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shounen | Drammatico
Numero volumi : 25
Black Jack è un shounen manga scritto da Osamu Tezuka per la Kodansha, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Hazard Edizioni.
Il manga racconta la storia di un medico giapponese senza licenza di nome Black Jack, abilissimo maestro della chirurgia ma anche cinico, avido e, a tratti, spietato. Un personaggio non sempre positivo che catalizza l'attenzione dei lettori grazie alla propria attenzione verso i valori alla base della medicina, il rispetto per la vita e l'avversione per i corrotti di questo mondo. La narrazione si svolge in massima parte per episodi autoconclusivi normalmente scollegati. Solo di rado è possibile cogliere le tracce di alcune sottotrame che disegnano nel tempo i dettagli del personaggio principale e dei (pochissimi) comprimari.
Non è presente una trama di fondo e, ancora più interessante, non c'è nemmeno un'evoluzione nel protagonista. Lo sviluppo del personaggio si basa sulla scoperta del carattere e delle motivazioni del protagonista, abilissimo chirurgo anche nel campo della plastica, ma con il proprio volto sfigurato da cicatrici.
Si può dire che Tezuka abbia usato questo manga per sensibilizzare i suoi lettori ad alcuni problemi della società moderna.
L'autore (forte della propria conoscenza del campo medico) non si è risparmiato alcun dettaglio in campo medico, e le tavole che mostrano operazioni in corso sono fedeli riproduzioni di una realtà che spesso i nostri occhi di profani evitano con attenzione. Per lo stesso motivo, i dialoghi sono spesso punteggiati di terminologia specialistica che però si impara presto a conoscere.
Non manca poi una certa predilezione per alcuni aspetti fantascientifici della medicina, campo che l'autore aveva già avuto modo di esplorare con altre opere. Da questo punto di vista è interessante notare come l'autore faccia spesso eseguire al suo protagonista operazioni impossibili da eseguire nel 1973, alcune delle quali oggi stanno diventando una realtà.
Il disegno è semplice, aggraziato ed efficace, e non si discosta di una virgola dallo stile di Tezuka più classico.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 37,3 MB | 229 pagine

Black Jack 14 - Settembre 2003

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Black Jack 14 - Settembre 2003 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shounen | Drammatico
Numero volumi : 25
Black Jack è un shounen manga scritto da Osamu Tezuka per la Kodansha, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Hazard Edizioni.
Il manga racconta la storia di un medico giapponese senza licenza di nome Black Jack, abilissimo maestro della chirurgia ma anche cinico, avido e, a tratti, spietato. Un personaggio non sempre positivo che catalizza l'attenzione dei lettori grazie alla propria attenzione verso i valori alla base della medicina, il rispetto per la vita e l'avversione per i corrotti di questo mondo. La narrazione si svolge in massima parte per episodi autoconclusivi normalmente scollegati. Solo di rado è possibile cogliere le tracce di alcune sottotrame che disegnano nel tempo i dettagli del personaggio principale e dei (pochissimi) comprimari.
Non è presente una trama di fondo e, ancora più interessante, non c'è nemmeno un'evoluzione nel protagonista. Lo sviluppo del personaggio si basa sulla scoperta del carattere e delle motivazioni del protagonista, abilissimo chirurgo anche nel campo della plastica, ma con il proprio volto sfigurato da cicatrici.
Si può dire che Tezuka abbia usato questo manga per sensibilizzare i suoi lettori ad alcuni problemi della società moderna.
L'autore (forte della propria conoscenza del campo medico) non si è risparmiato alcun dettaglio in campo medico, e le tavole che mostrano operazioni in corso sono fedeli riproduzioni di una realtà che spesso i nostri occhi di profani evitano con attenzione. Per lo stesso motivo, i dialoghi sono spesso punteggiati di terminologia specialistica che però si impara presto a conoscere.
Non manca poi una certa predilezione per alcuni aspetti fantascientifici della medicina, campo che l'autore aveva già avuto modo di esplorare con altre opere. Da questo punto di vista è interessante notare come l'autore faccia spesso eseguire al suo protagonista operazioni impossibili da eseguire nel 1973, alcune delle quali oggi stanno diventando una realtà.
Il disegno è semplice, aggraziato ed efficace, e non si discosta di una virgola dallo stile di Tezuka più classico.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 39,4 MB | 238 pagine

Black Jack 15 - Ottobre 2003

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Black Jack 15 - Ottobre 2003 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shounen | Drammatico
Numero volumi : 25
Black Jack è un shounen manga scritto da Osamu Tezuka per la Kodansha, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Hazard Edizioni.
Il manga racconta la storia di un medico giapponese senza licenza di nome Black Jack, abilissimo maestro della chirurgia ma anche cinico, avido e, a tratti, spietato. Un personaggio non sempre positivo che catalizza l'attenzione dei lettori grazie alla propria attenzione verso i valori alla base della medicina, il rispetto per la vita e l'avversione per i corrotti di questo mondo. La narrazione si svolge in massima parte per episodi autoconclusivi normalmente scollegati. Solo di rado è possibile cogliere le tracce di alcune sottotrame che disegnano nel tempo i dettagli del personaggio principale e dei (pochissimi) comprimari.
Non è presente una trama di fondo e, ancora più interessante, non c'è nemmeno un'evoluzione nel protagonista. Lo sviluppo del personaggio si basa sulla scoperta del carattere e delle motivazioni del protagonista, abilissimo chirurgo anche nel campo della plastica, ma con il proprio volto sfigurato da cicatrici.
Si può dire che Tezuka abbia usato questo manga per sensibilizzare i suoi lettori ad alcuni problemi della società moderna.
L'autore (forte della propria conoscenza del campo medico) non si è risparmiato alcun dettaglio in campo medico, e le tavole che mostrano operazioni in corso sono fedeli riproduzioni di una realtà che spesso i nostri occhi di profani evitano con attenzione. Per lo stesso motivo, i dialoghi sono spesso punteggiati di terminologia specialistica che però si impara presto a conoscere.
Non manca poi una certa predilezione per alcuni aspetti fantascientifici della medicina, campo che l'autore aveva già avuto modo di esplorare con altre opere. Da questo punto di vista è interessante notare come l'autore faccia spesso eseguire al suo protagonista operazioni impossibili da eseguire nel 1973, alcune delle quali oggi stanno diventando una realtà.
Il disegno è semplice, aggraziato ed efficace, e non si discosta di una virgola dallo stile di Tezuka più classico.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 37,7 MB | 229 pagine

giovedì 14 dicembre 2017

51 modi per salvarla 4 - Agosto 2010

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51 modi per salvarla 4 - Agosto 2010 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Seinen | Drammatico | Sentimentale
Numero volumi : 5
51 Modi per Salvarla! è un manga scritto e disegnato da Usamaru Furuya, serializzato in Giappone dalla Shinchosha e in Italia dalla Ronin.
Odaiba, la città nella città sulla baia di Tokyo. Qui le coppie vanno a divertirsi nei fine settimana, tra centri commerciali, luna park, sale giochi. Qui si tengono convention sui manga come il celeberrimo Comiket, ed il cosplay regna sovrano. Qui l'ignaro Jin Mishima sta per affrontare un colloquio di lavoro presso la Fuji TV. Qui Nakano Okano scopre di essere stata imbrogliata dalle «amiche» sulla disponibilità di biglietti per un concerto attesissimo. Qui i due s'incontrano, si riconoscono compagni di liceo e... il mondo cambia all'improvviso. Una scossa di terremoto di magnitudo 8.1 trasforma Tokyo in un luogo sconosciuto ed ostile. Basandosi su una documentazione scientifica, Usamaru Furuya, autore-rivelazione dell'anno, ricostruisce meticolosamente ciò che accadrebbe realmente in una situazione del genere, presentando nel frattempo le tipologie umane e gli stereotipi della gioventù cittadina del Giappone odierno, a contatto con un evento di tali proporzioni.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 59,2 MB | 209 pagine

51 modi per salvarla 5 - Settembre 2010

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51 modi per salvarla 5 - Settembre 2010 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Seinen | Drammatico | Sentimentale
Numero volumi : 5
51 Modi per Salvarla! è un manga scritto e disegnato da Usamaru Furuya, serializzato in Giappone dalla Shinchosha e in Italia dalla Ronin.
Odaiba, la città nella città sulla baia di Tokyo. Qui le coppie vanno a divertirsi nei fine settimana, tra centri commerciali, luna park, sale giochi. Qui si tengono convention sui manga come il celeberrimo Comiket, ed il cosplay regna sovrano. Qui l'ignaro Jin Mishima sta per affrontare un colloquio di lavoro presso la Fuji TV. Qui Nakano Okano scopre di essere stata imbrogliata dalle «amiche» sulla disponibilità di biglietti per un concerto attesissimo. Qui i due s'incontrano, si riconoscono compagni di liceo e... il mondo cambia all'improvviso. Una scossa di terremoto di magnitudo 8.1 trasforma Tokyo in un luogo sconosciuto ed ostile. Basandosi su una documentazione scientifica, Usamaru Furuya, autore-rivelazione dell'anno, ricostruisce meticolosamente ciò che accadrebbe realmente in una situazione del genere, presentando nel frattempo le tipologie umane e gli stereotipi della gioventù cittadina del Giappone odierno, a contatto con un evento di tali proporzioni.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 59 MB | 205 pagine

Topolino 170 - 10 Settembre 1957

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Topolino 170 - 10 Settembre 1957 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 27,7 MB | 132 pagine

Topolino 297 - 6 Agosto 1961

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Topolino 297 - 6 Agosto 1961 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 26,7 MB | 134 pagine

Topolino 171 - 25 Settembre 1957

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Topolino 171 - 25 Settembre 1957 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 25,1 MB | 132 pagine

Topolino 233 - 25 Aprile 1960

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Topolino 233 - 25 Aprile 1960 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 23,9 MB | 132 pagine

Topolino 172 - 10 Ottobre 1957

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Topolino 172 - 10 Ottobre 1957 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 22,9 MB | 132 pagine
 

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