venerdì 4 gennaio 2019

Storie di Kappa 68 - Gon (Scanlation) 5 - 1 Maggio 2000

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Storie di Kappa 68 - Gon (Scanlation) 5 - 1 Maggio 2000 | ISSN 1129-9908 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Manga | Seinen | Avventura | Commedia | Slice of Life
Collana edita dalla Star Comics che ospita serie manga di gran successo, tra cui: Gon, Takeru, Appleseed, Trinetra... e molte altre.
Numero volumi : 7
Gon è un seinen manga di Masashi Tanaka per la Kodansha, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Star Comics.
Gon è una specie di dinosauro super deformed; la sua forma è quella del tirannosauro (grosse gambe, piccole braccia e fauci enormi) alto circa un metro.
Il manga, composto da storie brevi (circa 4 a volumetto), narra le stranissime ma divertentissime avventure di questo curioso e fortissimo sauro che man mano instaurerà rapporti, a volte amichevoli e a volte un po' meno, con gli altri animali di tutte le parti del mondo.
Non c'è nemmeno un baloon in tutti i volumi visto che il manga non è parlato. Il disegno è bellissimo: gli animali e gli ambienti sono disegnati perfettamente fermo restando che, per esprimere le sensazioni degli animali, ne modifica i lineamenti del volto in maniera, diciamo, umana.
Gon è un manga unico che fa genere a parte. Per valutare un fumetto del genere bisogna provarlo in prima persona; dategli un'occhiata prima di bocciarlo o di promuoverlo.
ATTENZIONE: La data riportata nel titolo è quella della pubblicazione italiana (Star Comics).

ISSN 1129-9908 | Italiano | CBR 215 dpi | 18,4 MB | 166 pagine

Grey 1 - Gennaio 2006

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Grey 1 - Gennaio 2006 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shounen | Avventura | Azione | Drammatico
Numero volumi : 3
Grey è uno shounen manga scritto da Yoshihisa Tagami per la Takuma Shoten, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Granata Press.
La storia è ambientata in un futuro distopico, in cui le specie animali si sono estinte, le specie vegetali sono prossime all'estinzione, gli oceani si sono quasi prosciugati e gli esseri umani sono continuamente in guerra fra loro.
Gli uomini sono divisi in «plebei» e «combattenti»: i plebei sono costretti a vivere in sobborghi fatiscenti, mentre i combattenti sono divisi in classi dalla F alla A. A ogni gruppo di combattenti vengono assegnate delle missioni, le quali se superate danno diritto a ricevere dei crediti a seconda del numero di nemici abbattuti. Ogni 1000 crediti si accede alla classe superiore, cosa che dà diritto a vari privilegi: chi accede alla classe A può fare domanda per diventare un membro della Città, una sorta di «paradiso» per i combattenti, i cui abitanti sono esentati dalle battaglie.
Tutto ciò è controllato dal supercomputer «Grande Madre», e dalle «Piccole Madri», i computer sottoposti che controllano ciascuno dei vari settori in cui il mondo è stato diviso.
Grey è un combattente che come tutti aspira allo status di cittadino: il suo cinismo e individualismo fanno sì che egli sia spesso l'unico superstite delle squadre cui è assegnato e che riesca a passare di classe molto rapidamente. Oltre ai combattenti «regolari» esiste però anche la «resistenza», nata come gesto di ribellione contro le Piccole Madri che a volte fanno distruggere i settori, vanificando così le speranze di molti combattenti di diventare cittadini.
Ma come a volte accade non tutto è come sembra.
Uno dei pochi manga di guerra (e non solo a sfondo bellico) arrivati in occidente.
Non a livello delle opere di Yaz ma anche Tagami riesce in una storia breve ed efficace a rappresentare tutta l'inutilità di questa che possiamo tranquillamente definire «la peggiore invenzione dell'uomo».
Yoshihisa Tagami è uno dei primi autori conosciuti in occidente con il revival del manga durante i primi anni 90, insieme a Ikegami e la Takashi, e rimane famoso per il suo tratto originale riconoscibile soprattutto nel modo personale di tratteggiare gli elementi del volto.
Purtroppo non ha avuto il giusto riconoscimento ed è ormai scomparso dalla scena da tempo.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 33,4 MB | 207 pagine

Grey 3 - Giugno 2006

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Grey 3 - Giugno 2006 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shounen | Avventura | Azione | Drammatico
Numero volumi : 3
Grey è uno shounen manga scritto da Yoshihisa Tagami per la Takuma Shoten, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Granata Press.
La storia è ambientata in un futuro distopico, in cui le specie animali si sono estinte, le specie vegetali sono prossime all'estinzione, gli oceani si sono quasi prosciugati e gli esseri umani sono continuamente in guerra fra loro.
Gli uomini sono divisi in «plebei» e «combattenti»: i plebei sono costretti a vivere in sobborghi fatiscenti, mentre i combattenti sono divisi in classi dalla F alla A. A ogni gruppo di combattenti vengono assegnate delle missioni, le quali se superate danno diritto a ricevere dei crediti a seconda del numero di nemici abbattuti. Ogni 1000 crediti si accede alla classe superiore, cosa che dà diritto a vari privilegi: chi accede alla classe A può fare domanda per diventare un membro della Città, una sorta di «paradiso» per i combattenti, i cui abitanti sono esentati dalle battaglie.
Tutto ciò è controllato dal supercomputer «Grande Madre», e dalle «Piccole Madri», i computer sottoposti che controllano ciascuno dei vari settori in cui il mondo è stato diviso.
Grey è un combattente che come tutti aspira allo status di cittadino: il suo cinismo e individualismo fanno sì che egli sia spesso l'unico superstite delle squadre cui è assegnato e che riesca a passare di classe molto rapidamente. Oltre ai combattenti «regolari» esiste però anche la «resistenza», nata come gesto di ribellione contro le Piccole Madri che a volte fanno distruggere i settori, vanificando così le speranze di molti combattenti di diventare cittadini.
Ma come a volte accade non tutto è come sembra.
Uno dei pochi manga di guerra (e non solo a sfondo bellico) arrivati in occidente.
Non a livello delle opere di Yaz ma anche Tagami riesce in una storia breve ed efficace a rappresentare tutta l'inutilità di questa che possiamo tranquillamente definire «la peggiore invenzione dell'uomo».
Yoshihisa Tagami è uno dei primi autori conosciuti in occidente con il revival del manga durante i primi anni 90, insieme a Ikegami e la Takashi, e rimane famoso per il suo tratto originale riconoscibile soprattutto nel modo personale di tratteggiare gli elementi del volto.
Purtroppo non ha avuto il giusto riconoscimento ed è ormai scomparso dalla scena da tempo.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 50,3 MB | 204 pagine

Grey 2 - Marzo 2006

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Grey 2 - Marzo 2006 | CBR 215 dpi | Mensile | Manga | Shounen | Avventura | Azione | Drammatico
Numero volumi : 3
Grey è uno shounen manga scritto da Yoshihisa Tagami per la Takuma Shoten, mentre in Italia la pubblicazione è stata a cura della Granata Press.
La storia è ambientata in un futuro distopico, in cui le specie animali si sono estinte, le specie vegetali sono prossime all'estinzione, gli oceani si sono quasi prosciugati e gli esseri umani sono continuamente in guerra fra loro.
Gli uomini sono divisi in «plebei» e «combattenti»: i plebei sono costretti a vivere in sobborghi fatiscenti, mentre i combattenti sono divisi in classi dalla F alla A. A ogni gruppo di combattenti vengono assegnate delle missioni, le quali se superate danno diritto a ricevere dei crediti a seconda del numero di nemici abbattuti. Ogni 1000 crediti si accede alla classe superiore, cosa che dà diritto a vari privilegi: chi accede alla classe A può fare domanda per diventare un membro della Città, una sorta di «paradiso» per i combattenti, i cui abitanti sono esentati dalle battaglie.
Tutto ciò è controllato dal supercomputer «Grande Madre», e dalle «Piccole Madri», i computer sottoposti che controllano ciascuno dei vari settori in cui il mondo è stato diviso.
Grey è un combattente che come tutti aspira allo status di cittadino: il suo cinismo e individualismo fanno sì che egli sia spesso l'unico superstite delle squadre cui è assegnato e che riesca a passare di classe molto rapidamente. Oltre ai combattenti «regolari» esiste però anche la «resistenza», nata come gesto di ribellione contro le Piccole Madri che a volte fanno distruggere i settori, vanificando così le speranze di molti combattenti di diventare cittadini.
Ma come a volte accade non tutto è come sembra.
Uno dei pochi manga di guerra (e non solo a sfondo bellico) arrivati in occidente.
Non a livello delle opere di Yaz ma anche Tagami riesce in una storia breve ed efficace a rappresentare tutta l'inutilità di questa che possiamo tranquillamente definire «la peggiore invenzione dell'uomo».
Yoshihisa Tagami è uno dei primi autori conosciuti in occidente con il revival del manga durante i primi anni 90, insieme a Ikegami e la Takashi, e rimane famoso per il suo tratto originale riconoscibile soprattutto nel modo personale di tratteggiare gli elementi del volto.
Purtroppo non ha avuto il giusto riconoscimento ed è ormai scomparso dalla scena da tempo.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 52,6 MB | 217 pagine

mercoledì 2 gennaio 2019

Topolino 317 - 24 Dicembre 1961

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Topolino 317 - 24 Dicembre 1961 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 25,1 MB | 136 pagine

Topolino 3291 - 19 Dicembre 2018

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Topolino 3291 - 19 Dicembre 2018 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano
TRUE PDF | 164 pagine | 40,2 MB
CBR 215 dpi | 164 pagine | 44,9 MB

Topolino 3290 - 12 Dicembre 2018

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Topolino 3290 - 12 Dicembre 2018 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano
TRUE PDF | 164 pagine | 41,5 MB
CBR 215 dpi | 164 pagine | 42,7 MB

Topolino 319 - 7 Gennaio 1962

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Topolino 319 - 7 Gennaio 1962 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 28,3 MB | 132 pagine

Topolino 3289 - 5 Dicembre 2018

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Topolino 3289 - 5 Dicembre 2018 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano
TRUE PDF | 164 pagine | 37,1 MB
CBR 215 dpi | 164 pagine | 42,8 MB

giovedì 6 dicembre 2018

Topolino 3287 - 21 Novembre 2018

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Topolino 3287 - 21 Novembre 2018 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano
TRUE PDF | 164 pagine | 38,8 MB
CBR 215 dpi | 164 pagine | 42,8 MB
 

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