lunedì 6 aprile 2020

Zenith Gigante [Epoca 2] 152 - Zagor Gigante 101 [Tragico carnevale] - Novembre 1973

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Zenith Gigante [Epoca 2] 152 - Zagor Gigante 101 [Tragico carnevale] - Novembre 1973 | ISSN 1122-5343 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti Classici | Universo Bonelli | Western | Fantasy | Fantascienza | Fumetti Classici | Universo Bonelli | Western | Fantasy | Fantascienza
Numero volumi : IN CORSO
Milioni di volte, ai venditori di fumetti è stata posta la seguente domanda.
Ma come mai Zagor inizia dal n. 51?
E la risposta era sempre quella....
Perchè la testata Zenith (che dal n. 51 in poi raccoglie solo Zagor) era una testata ombrello dove lanciare nuovi personaggi o dare nuova linfa a quelli vecchi.
Ecco quidi dagli introvabili primi 51 numeri all'ultimo numero di Zagor la Collana Zenit Gigante II Serie.
Gli albi furono prodotti dalla casa editrice Araldo (ora SBE) tra il 1960 ed il 1965. I primi 24 fumetti non portano data.
La serie era bimestrale per poi diventare mensile a partire dal n.27.
Le copertine erano illustrate da Franco Bignotti.
Numero volumi : IN CORSO
Zagor è un personaggio dei fumetti ideato nel 1961 da Sergio Bonelli con lo pseudonimo di Guido Nolitta e dalle matite di Gallieno Ferri.
Tuttora edito dopo oltre 50 anni, il personaggio costituisce uno dei più originali e celebri tarzanidi italiani. Le sue storie si caratterizzano per la varietà degli spunti, dei temi, dei personaggi e delle situazioni, con una notevole commistione di generi, dal western al fantasy alla fantascienza. Creduto un essere soprannaturale dagli indiani, che lo chiamano Spirito con la Scure, Zagor abita con l'amico Cico nell'immaginaria foresta di Darkwood nel selvaggio West degli Stati Uniti ottocenteschi.
Il vero nome di Zagor è Patrick Wilding. Suo padre, Mike Wilding, è stato un ex ufficiale dell'esercito e Zagor lo ha visto morire, insieme alla madre Betty, per mano degli indiani Abenaki. È stato allora raccolto da uno strano vagabondo di nome Nathaniel Fitzgeraldson (detto Wandering Fitzy), che da quel momento gli ha fatto da padre. Ha giurato vendetta per la sorte dei suoi genitori ma, nel vendicarsi, ha scoperto che anche suo padre uccise molti indiani innocenti e per questo fu ucciso dagli Abenaki, guidati dal bianco Salomon Kinsky. Zagor prova un forte risentimento verso il padre, da lui ritenuto un militarista e un massacratore di indiani (n. 400). Un certo chiarimento tra i due si avrà nelle ultime pagine del numero 400 di Zagor corrispondente al 451 Zenith, dal titolo Il ponte dell'arcobaleno e pubblicato a colori come ogni centesimo numero di casa Bonelli.
E questa scoperta gli ha fatto capire che il bene e il male non stanno mai da una parte sola. Per questo si è poi trasformato in Za-gor-te-nay, lo Spirito con la Scure e da allora si schiera sempre con i deboli e gli innocenti, di qualunque colore sia la loro pelle. Per un errore di stampa, nella prima striscia di Zagor, La foresta degli agguati, Zagor dice a Cico che i pellerossa lo chiamano ZA-GOR-TEHAL.
Suo inseparabile compagno è il messicano Cico (il cui nome completo - anche se compaiono varianti infinite - è Don Cico Felipe Cayetano Lopez y Martinez y Gonzales y Rodriguez), grassoccio, basso, perennemente alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, un po' tonto, pauroso, ingenuo, e protagonista di siparietti comici, spesso causati dalla sua imperizia. Nonostante questo talvolta le qualità nascoste del personaggio sono in grado di stupire positivamente. A Cico, per alcuni anni, è stato dedicato un albo fuori serie, sempre disegnato da Francesco Gamba (tranne i primi cinque, dal 1979 al 1983, disegnati da Gallieno Ferri) nel quale era elevato al ruolo di protagonista.
Zagor indossa una maglia rossa di fattura indiana che raffigura, sul petto, l'Uccello del Tuono, all'interno di un cerchio giallo. Abita in una capanna nella foresta di Darkwood circondata dalle sabbie mobili e dalla palude. Le sue armi sono anch'esse simbolo della sua imparzialità tra le razze: la pistola, tipica dei bianchi, e una scure indiana che utilizza una pietra arrotondata.

ISSN 1122-5343 | Italiano | CBR 215 dpi | 32,2 MB | 100 pagine

Zenith Gigante [Epoca 2] 140 - Zagor Gigante 89 [La nebbia infernale] - Novembre 1972

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Zenith Gigante [Epoca 2] 140 - Zagor Gigante 89 [La nebbia infernale] - Novembre 1972 | ISSN 1122-5343 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti Classici | Universo Bonelli | Western | Fantasy | Fantascienza | Fumetti Classici | Universo Bonelli | Western | Fantasy | Fantascienza
Numero volumi : IN CORSO
Milioni di volte, ai venditori di fumetti è stata posta la seguente domanda.
Ma come mai Zagor inizia dal n. 51?
E la risposta era sempre quella....
Perchè la testata Zenith (che dal n. 51 in poi raccoglie solo Zagor) era una testata ombrello dove lanciare nuovi personaggi o dare nuova linfa a quelli vecchi.
Ecco quidi dagli introvabili primi 51 numeri all'ultimo numero di Zagor la Collana Zenit Gigante II Serie.
Gli albi furono prodotti dalla casa editrice Araldo (ora SBE) tra il 1960 ed il 1965. I primi 24 fumetti non portano data.
La serie era bimestrale per poi diventare mensile a partire dal n.27.
Le copertine erano illustrate da Franco Bignotti.
Numero volumi : IN CORSO
Zagor è un personaggio dei fumetti ideato nel 1961 da Sergio Bonelli con lo pseudonimo di Guido Nolitta e dalle matite di Gallieno Ferri.
Tuttora edito dopo oltre 50 anni, il personaggio costituisce uno dei più originali e celebri tarzanidi italiani. Le sue storie si caratterizzano per la varietà degli spunti, dei temi, dei personaggi e delle situazioni, con una notevole commistione di generi, dal western al fantasy alla fantascienza. Creduto un essere soprannaturale dagli indiani, che lo chiamano Spirito con la Scure, Zagor abita con l'amico Cico nell'immaginaria foresta di Darkwood nel selvaggio West degli Stati Uniti ottocenteschi.
Il vero nome di Zagor è Patrick Wilding. Suo padre, Mike Wilding, è stato un ex ufficiale dell'esercito e Zagor lo ha visto morire, insieme alla madre Betty, per mano degli indiani Abenaki. È stato allora raccolto da uno strano vagabondo di nome Nathaniel Fitzgeraldson (detto Wandering Fitzy), che da quel momento gli ha fatto da padre. Ha giurato vendetta per la sorte dei suoi genitori ma, nel vendicarsi, ha scoperto che anche suo padre uccise molti indiani innocenti e per questo fu ucciso dagli Abenaki, guidati dal bianco Salomon Kinsky. Zagor prova un forte risentimento verso il padre, da lui ritenuto un militarista e un massacratore di indiani (n. 400). Un certo chiarimento tra i due si avrà nelle ultime pagine del numero 400 di Zagor corrispondente al 451 Zenith, dal titolo Il ponte dell'arcobaleno e pubblicato a colori come ogni centesimo numero di casa Bonelli.
E questa scoperta gli ha fatto capire che il bene e il male non stanno mai da una parte sola. Per questo si è poi trasformato in Za-gor-te-nay, lo Spirito con la Scure e da allora si schiera sempre con i deboli e gli innocenti, di qualunque colore sia la loro pelle. Per un errore di stampa, nella prima striscia di Zagor, La foresta degli agguati, Zagor dice a Cico che i pellerossa lo chiamano ZA-GOR-TEHAL.
Suo inseparabile compagno è il messicano Cico (il cui nome completo - anche se compaiono varianti infinite - è Don Cico Felipe Cayetano Lopez y Martinez y Gonzales y Rodriguez), grassoccio, basso, perennemente alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, un po' tonto, pauroso, ingenuo, e protagonista di siparietti comici, spesso causati dalla sua imperizia. Nonostante questo talvolta le qualità nascoste del personaggio sono in grado di stupire positivamente. A Cico, per alcuni anni, è stato dedicato un albo fuori serie, sempre disegnato da Francesco Gamba (tranne i primi cinque, dal 1979 al 1983, disegnati da Gallieno Ferri) nel quale era elevato al ruolo di protagonista.
Zagor indossa una maglia rossa di fattura indiana che raffigura, sul petto, l'Uccello del Tuono, all'interno di un cerchio giallo. Abita in una capanna nella foresta di Darkwood circondata dalle sabbie mobili e dalla palude. Le sue armi sono anch'esse simbolo della sua imparzialità tra le razze: la pistola, tipica dei bianchi, e una scure indiana che utilizza una pietra arrotondata.

ISSN 1122-5343 | Italiano | CBR 215 dpi | 34,6 MB | 100 pagine

I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 18 [L'Uomo Mascherato - Il mito dell'Ombra che cammina] - 21 Gennaio 2005

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I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 18 [L'Uomo Mascherato - Il mito dell'Ombra che cammina] - 21 Gennaio 2005 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti Classici | Ragazzi
Numero volumi : 65
I volumi di questa collana si fregiano dell'appellativo di Serie Oro per sottolineare la migliore qualità tecnica delle edizioni, con un formato di 18x26 cm, ben più ampio rispetto a quello dei volumi precedenti, e con stampa su carta di qualità. Si tratta inoltre di volumi molto corposi, che superano tranquillamente le 200 pagine e talvolta oltrepassano anche le 400.
La selezione delle storie de I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro è abbastanza varia, riservando un notevole peso ad autori e personaggi contemporanei già molto noti, dai personaggi Disney a quelli Bonelli, dai personaggi Marvel a quelli DC Comics. Non mancano fumetti di altro tipo, opere di grandi artisti italiani (Pratt, Manara, Crepax, Magnus), autori statunitensi ed anche giapponesi (Otomo), fumetti in strisce (Peanuts, Mafalda, Lupo Alberto, Sturmtruppen) a fumetti seriali (Alan Ford, Dylan Dog, Diabolik). Sono stati selezionati alcuni autentici capolavori moderni, come il Watchmen di Moore e Gibbons o il Sandman di Gaiman, o il Mort Cinder di Oesterheld e Breccia. Ed altrettanto interessante è il recupero di alcuni surreali ed indimenticabili personaggi italiani come Geppo, Nonna Abelarda e Tiramolla.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 96,5 MB | 240 pagine

I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 19 [Marvels - L'era degli eroi] - 28 Gennaio 2005

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I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 19 [Marvels - L'era degli eroi] - 28 Gennaio 2005 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti Classici | Ragazzi
Numero volumi : 65
I volumi di questa collana si fregiano dell'appellativo di Serie Oro per sottolineare la migliore qualità tecnica delle edizioni, con un formato di 18x26 cm, ben più ampio rispetto a quello dei volumi precedenti, e con stampa su carta di qualità. Si tratta inoltre di volumi molto corposi, che superano tranquillamente le 200 pagine e talvolta oltrepassano anche le 400.
La selezione delle storie de I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro è abbastanza varia, riservando un notevole peso ad autori e personaggi contemporanei già molto noti, dai personaggi Disney a quelli Bonelli, dai personaggi Marvel a quelli DC Comics. Non mancano fumetti di altro tipo, opere di grandi artisti italiani (Pratt, Manara, Crepax, Magnus), autori statunitensi ed anche giapponesi (Otomo), fumetti in strisce (Peanuts, Mafalda, Lupo Alberto, Sturmtruppen) a fumetti seriali (Alan Ford, Dylan Dog, Diabolik). Sono stati selezionati alcuni autentici capolavori moderni, come il Watchmen di Moore e Gibbons o il Sandman di Gaiman, o il Mort Cinder di Oesterheld e Breccia. Ed altrettanto interessante è il recupero di alcuni surreali ed indimenticabili personaggi italiani come Geppo, Nonna Abelarda e Tiramolla.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 59,9 MB | 229 pagine

I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 20 [Jacovitti - Diario Vitt] - 4 Febbraio 2005

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I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 20 [Jacovitti - Diario Vitt] - 4 Febbraio 2005 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti Classici | Ragazzi
Numero volumi : 65
I volumi di questa collana si fregiano dell'appellativo di Serie Oro per sottolineare la migliore qualità tecnica delle edizioni, con un formato di 18x26 cm, ben più ampio rispetto a quello dei volumi precedenti, e con stampa su carta di qualità. Si tratta inoltre di volumi molto corposi, che superano tranquillamente le 200 pagine e talvolta oltrepassano anche le 400.
La selezione delle storie de I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro è abbastanza varia, riservando un notevole peso ad autori e personaggi contemporanei già molto noti, dai personaggi Disney a quelli Bonelli, dai personaggi Marvel a quelli DC Comics. Non mancano fumetti di altro tipo, opere di grandi artisti italiani (Pratt, Manara, Crepax, Magnus), autori statunitensi ed anche giapponesi (Otomo), fumetti in strisce (Peanuts, Mafalda, Lupo Alberto, Sturmtruppen) a fumetti seriali (Alan Ford, Dylan Dog, Diabolik). Sono stati selezionati alcuni autentici capolavori moderni, come il Watchmen di Moore e Gibbons o il Sandman di Gaiman, o il Mort Cinder di Oesterheld e Breccia. Ed altrettanto interessante è il recupero di alcuni surreali ed indimenticabili personaggi italiani come Geppo, Nonna Abelarda e Tiramolla.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 87,4 MB | 220 pagine

I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 21 [Zagor - Odissea americana] - 11 Febbraio 2005

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I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 21 [Zagor - Odissea americana] - 11 Febbraio 2005 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti Classici | Ragazzi
Numero volumi : 65
I volumi di questa collana si fregiano dell'appellativo di Serie Oro per sottolineare la migliore qualità tecnica delle edizioni, con un formato di 18x26 cm, ben più ampio rispetto a quello dei volumi precedenti, e con stampa su carta di qualità. Si tratta inoltre di volumi molto corposi, che superano tranquillamente le 200 pagine e talvolta oltrepassano anche le 400.
La selezione delle storie de I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro è abbastanza varia, riservando un notevole peso ad autori e personaggi contemporanei già molto noti, dai personaggi Disney a quelli Bonelli, dai personaggi Marvel a quelli DC Comics. Non mancano fumetti di altro tipo, opere di grandi artisti italiani (Pratt, Manara, Crepax, Magnus), autori statunitensi ed anche giapponesi (Otomo), fumetti in strisce (Peanuts, Mafalda, Lupo Alberto, Sturmtruppen) a fumetti seriali (Alan Ford, Dylan Dog, Diabolik). Sono stati selezionati alcuni autentici capolavori moderni, come il Watchmen di Moore e Gibbons o il Sandman di Gaiman, o il Mort Cinder di Oesterheld e Breccia. Ed altrettanto interessante è il recupero di alcuni surreali ed indimenticabili personaggi italiani come Geppo, Nonna Abelarda e Tiramolla.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 107 MB | 244 pagine

I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 22 [Bobo - Bobo novecento] - 18 Febbraio 2005

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I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 22 [Bobo - Bobo novecento] - 18 Febbraio 2005 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti Classici | Ragazzi
Numero volumi : 65
I volumi di questa collana si fregiano dell'appellativo di Serie Oro per sottolineare la migliore qualità tecnica delle edizioni, con un formato di 18x26 cm, ben più ampio rispetto a quello dei volumi precedenti, e con stampa su carta di qualità. Si tratta inoltre di volumi molto corposi, che superano tranquillamente le 200 pagine e talvolta oltrepassano anche le 400.
La selezione delle storie de I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro è abbastanza varia, riservando un notevole peso ad autori e personaggi contemporanei già molto noti, dai personaggi Disney a quelli Bonelli, dai personaggi Marvel a quelli DC Comics. Non mancano fumetti di altro tipo, opere di grandi artisti italiani (Pratt, Manara, Crepax, Magnus), autori statunitensi ed anche giapponesi (Otomo), fumetti in strisce (Peanuts, Mafalda, Lupo Alberto, Sturmtruppen) a fumetti seriali (Alan Ford, Dylan Dog, Diabolik). Sono stati selezionati alcuni autentici capolavori moderni, come il Watchmen di Moore e Gibbons o il Sandman di Gaiman, o il Mort Cinder di Oesterheld e Breccia. Ed altrettanto interessante è il recupero di alcuni surreali ed indimenticabili personaggi italiani come Geppo, Nonna Abelarda e Tiramolla.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 132 MB | 388 pagine

I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 23 [Batman - Il ritorno del Cavaliere Oscuro] - 18 Febbraio 2005

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I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro 23 [Batman - Il ritorno del Cavaliere Oscuro] - 18 Febbraio 2005 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti Classici | Ragazzi
Numero volumi : 65
I volumi di questa collana si fregiano dell'appellativo di Serie Oro per sottolineare la migliore qualità tecnica delle edizioni, con un formato di 18x26 cm, ben più ampio rispetto a quello dei volumi precedenti, e con stampa su carta di qualità. Si tratta inoltre di volumi molto corposi, che superano tranquillamente le 200 pagine e talvolta oltrepassano anche le 400.
La selezione delle storie de I Classici del Fumetto di Repubblica - Serie Oro è abbastanza varia, riservando un notevole peso ad autori e personaggi contemporanei già molto noti, dai personaggi Disney a quelli Bonelli, dai personaggi Marvel a quelli DC Comics. Non mancano fumetti di altro tipo, opere di grandi artisti italiani (Pratt, Manara, Crepax, Magnus), autori statunitensi ed anche giapponesi (Otomo), fumetti in strisce (Peanuts, Mafalda, Lupo Alberto, Sturmtruppen) a fumetti seriali (Alan Ford, Dylan Dog, Diabolik). Sono stati selezionati alcuni autentici capolavori moderni, come il Watchmen di Moore e Gibbons o il Sandman di Gaiman, o il Mort Cinder di Oesterheld e Breccia. Ed altrettanto interessante è il recupero di alcuni surreali ed indimenticabili personaggi italiani come Geppo, Nonna Abelarda e Tiramolla.

ISSN N.A. | Italiano | CBR 215 dpi | 86,6 MB | 207 pagine

lunedì 27 gennaio 2020

Topolino 1166 - 2 Aprile 1978

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Topolino 1166 - 2 Aprile 1978 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 31,5 MB | 156 pagine

Topolino 1167 - 9 Aprile 1978

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Topolino 1167 - 9 Aprile 1978 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 32,7 MB | 172 pagine

Topolino 1168 - 16 Aprile 1978

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Topolino 1168 - 16 Aprile 1978 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 32,9 MB | 164 pagine

Topolino 1178 - 25 Giugno 1978

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Topolino 1178 - 25 Giugno 1978 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti Classici | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 31,8 MB | 172 pagine
 

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