mercoledì 5 settembre 2018

Topolino 260 - 20 Novembre 1960

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Topolino 260 - 20 Novembre 1960 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 22,5 MB | 114 pagine

Topolino 263 - 11 Dicembre 1960

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Topolino 263 - 11 Dicembre 1960 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 27,6 MB | 132 pagine

Topolino 261 - 27 Novembre 1960

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Topolino 261 - 27 Novembre 1960 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 23,5 MB | 116 pagine

Topolino 262 - 4 Dicembre 1960

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Topolino 262 - 4 Dicembre 1960 | ISSN 1120-611X | CBR 215 dpi | Settimanale | Fumetti | Universo Disney
Numero volumi : IN CORSO
Topolino apparve in Italia il 30 marzo 1930, quando sul n.13 del settimanale torinese Illustrazione del Popolo, diretto da Lorenzo Gigli, fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks e intitolata Le avventure di Topolino nella giungla. Due anni dopo si ha il primo libro illustrato italiano con le sue immagini: Sua Altezza Reale il Principe Codarello e, poco più tardi, il 31 dicembre 1932, esce il primo numero di Topolino in formato giornale, edito da Nerbini.
Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presentava ai lettori con periodicità settimanale e si apriva con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi, che divenne quindi il primo autore Disney italiano. Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro.
Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n.7. Il Topolino Giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti Disney ma anche storie non-Disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.
Il numero 137 del Topolino Giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori. Il fascismo, tuttavia, causò dei problemi al giornale. Dal 1938, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n.476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni. Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. Con la fine del fascismo, le avventure di Topolino poterono di nuovo essere pubblicate.
Alla fine degli anni quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità. Nel 1949 nasce così il periodico a fumetti Topolino formato libretto, all'inizio con cadenza mensile, quindi quindicinale e, infine, settimanale, fino a giungere a oggi al suo sessantesimo anniversario e con oltre 3000 numeri usciti, ricchi di storie tra le più famose, con autori da Carl Barks a Romano Scarpa, da Floyd Gottfredson a Giovan Battista Carpi e così via.

ISSN 1120-611X | Italiano | CBR 215 dpi | 22,5 MB | 118 pagine

Action 149 - Steel Ball Run 1 - 9 Marzo 2006

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Action 149 - Steel Ball Run 1 - 9 Marzo 2006 | ISSN 1129-9754 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Shonen | Fumetti | Manga | Shounen | Azione | Combattimenti
Collana edita dalla Star Comics che ospita serie manga di gran successo, tra cui: Le Bizzarre Avventure di JoJo, Baoh, Steel ball Run e molte altre. 

Numero volumi : 13
Steel Ball Run è un manga scritto e disegnato da Hirohiko Araki, serializzato in Giappone dalla Shueisha e in Italia dalla Star Comics.
Una folle corsa per attraversare i vecchi Stati Uniti d'America e vincere con ogni diritto i 50 milioni di dollari messi in palio dagli organizzatori: in questo si riassume la trama di Steel Ball Run.
Pensando al vecchio west ed allo spirito pionieristico, considerando che la storia si svolge nel 1890, si potrebbe pensare a questo manga come ad un'avventura di 70 giorni circa tra lande desolate, con sparatorie, assalti, indiani e qualsiasi altro colpo di scena immaginabile.
E ci saremmo anche andati piuttosto vicini, se solo non fosse che l'autore di questa pazzia, Hirohiko Araki, è stato l'autore di una delle serie di combattimenti più longeve e mentalmente insane della storia dei manga, ovvero Le bizzarre avventure di Jojo.
I due manga sembrano tra loro stranamente collegati. I due protagonisti sono tali J.Lo Zeppeli e Johnny Joestar, mentre tra quelli che potremmo considerare antagonisti troviamo un certo Diego Brando, famoso fantino di origini inglesi.
La gara sembra diventare una scusa per una trama nascosta. I personaggi presentati sono molti e variopinti, ed i richiami alla vecchia serie non stanno solo nei nomi.
J.Lo Zeppeli, anomalo cow boy dal comportamento bizzarro e dalla dentatura con inciso «Go!Go! Zeppeli», sembra infatti dotato di uno strano potere collegato alle sfere di metallo che porta con se. Questi oggetti, probabilmente gli steel ball del titolo, gli permettono di manipolare in modo non consueto l'ambiente e le persone circostanti. Ad accorgersene sarà il fantino paraplegico Johnny Joestar, non certo uno stinco di santo, che, toccandone una spinto dalla sua curiosità, si ritroverà per un istante in piedi sulle sue gambe. Incredulo per l'accaduto, ed allontanato dal figuro, si deciderà a partecipare alla gara, nonostante per lui sia pressoché impossibile persino salire su di un cavallo.
Comincia così la folle corsa delle sfere d'acciaio, e tutto lascia presagire che sarà molto molto meno tranquilla di quanto preventivato.
Steel Ball Run potrebbe essere una lettura piacevole ed accattivante. Questo a patto di digerire il disegno un po' poco comprensibile e la trama con molti riferimenti alla serie precedente.
Araki ha uno stile estremamente creativo, in grado di trasformare qualsiasi cosa in una lotta mentale, senza mai affidare la soluzione al confronto di forza bruta. Questo rende le sue serie un proseguirsi di idee eccezionali, che da una parte danno la garanzia di evitare ripetitività, mentre dall'altra mettono in pericolo la storia per un eccesso di «stramberie».
La serie, in definitiva, potrebbe essere un toccasana per chi sente la necessità di arrivare a qualcosa di diverso, senza però allontanarsi dai suoi generi preferiti, quelli con molte botte e tanta azione.

ISSN 1129-9754 | Italiano | CBR 215 dpi | 54,9 MB | 223 pagine

Action 153 - Steel Ball Run 5 - 10 Luglio 2006

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Action 153 - Steel Ball Run 5 - 10 Luglio 2006 | ISSN 1129-9754 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Shonen | Fumetti | Manga | Shounen | Azione | Combattimenti
Collana edita dalla Star Comics che ospita serie manga di gran successo, tra cui: Le Bizzarre Avventure di JoJo, Baoh, Steel ball Run e molte altre. 

Numero volumi : 13
Steel Ball Run è un manga scritto e disegnato da Hirohiko Araki, serializzato in Giappone dalla Shueisha e in Italia dalla Star Comics.
Una folle corsa per attraversare i vecchi Stati Uniti d'America e vincere con ogni diritto i 50 milioni di dollari messi in palio dagli organizzatori: in questo si riassume la trama di Steel Ball Run.
Pensando al vecchio west ed allo spirito pionieristico, considerando che la storia si svolge nel 1890, si potrebbe pensare a questo manga come ad un'avventura di 70 giorni circa tra lande desolate, con sparatorie, assalti, indiani e qualsiasi altro colpo di scena immaginabile.
E ci saremmo anche andati piuttosto vicini, se solo non fosse che l'autore di questa pazzia, Hirohiko Araki, è stato l'autore di una delle serie di combattimenti più longeve e mentalmente insane della storia dei manga, ovvero Le bizzarre avventure di Jojo.
I due manga sembrano tra loro stranamente collegati. I due protagonisti sono tali J.Lo Zeppeli e Johnny Joestar, mentre tra quelli che potremmo considerare antagonisti troviamo un certo Diego Brando, famoso fantino di origini inglesi.
La gara sembra diventare una scusa per una trama nascosta. I personaggi presentati sono molti e variopinti, ed i richiami alla vecchia serie non stanno solo nei nomi.
J.Lo Zeppeli, anomalo cow boy dal comportamento bizzarro e dalla dentatura con inciso «Go!Go! Zeppeli», sembra infatti dotato di uno strano potere collegato alle sfere di metallo che porta con se. Questi oggetti, probabilmente gli steel ball del titolo, gli permettono di manipolare in modo non consueto l'ambiente e le persone circostanti. Ad accorgersene sarà il fantino paraplegico Johnny Joestar, non certo uno stinco di santo, che, toccandone una spinto dalla sua curiosità, si ritroverà per un istante in piedi sulle sue gambe. Incredulo per l'accaduto, ed allontanato dal figuro, si deciderà a partecipare alla gara, nonostante per lui sia pressoché impossibile persino salire su di un cavallo.
Comincia così la folle corsa delle sfere d'acciaio, e tutto lascia presagire che sarà molto molto meno tranquilla di quanto preventivato.
Steel Ball Run potrebbe essere una lettura piacevole ed accattivante. Questo a patto di digerire il disegno un po' poco comprensibile e la trama con molti riferimenti alla serie precedente.
Araki ha uno stile estremamente creativo, in grado di trasformare qualsiasi cosa in una lotta mentale, senza mai affidare la soluzione al confronto di forza bruta. Questo rende le sue serie un proseguirsi di idee eccezionali, che da una parte danno la garanzia di evitare ripetitività, mentre dall'altra mettono in pericolo la storia per un eccesso di «stramberie».
La serie, in definitiva, potrebbe essere un toccasana per chi sente la necessità di arrivare a qualcosa di diverso, senza però allontanarsi dai suoi generi preferiti, quelli con molte botte e tanta azione.

ISSN 1129-9754 | Italiano | CBR 215 dpi | 54,8 MB | 253 pagine

Action 150 - Steel Ball Run 2 - 10 Aprile 2006

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Action 150 - Steel Ball Run 2 - 10 Aprile 2006 | ISSN 1129-9754 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Shonen | Fumetti | Manga | Shounen | Azione | Combattimenti
Collana edita dalla Star Comics che ospita serie manga di gran successo, tra cui: Le Bizzarre Avventure di JoJo, Baoh, Steel ball Run e molte altre. 

Numero volumi : 13
Steel Ball Run è un manga scritto e disegnato da Hirohiko Araki, serializzato in Giappone dalla Shueisha e in Italia dalla Star Comics.
Una folle corsa per attraversare i vecchi Stati Uniti d'America e vincere con ogni diritto i 50 milioni di dollari messi in palio dagli organizzatori: in questo si riassume la trama di Steel Ball Run.
Pensando al vecchio west ed allo spirito pionieristico, considerando che la storia si svolge nel 1890, si potrebbe pensare a questo manga come ad un'avventura di 70 giorni circa tra lande desolate, con sparatorie, assalti, indiani e qualsiasi altro colpo di scena immaginabile.
E ci saremmo anche andati piuttosto vicini, se solo non fosse che l'autore di questa pazzia, Hirohiko Araki, è stato l'autore di una delle serie di combattimenti più longeve e mentalmente insane della storia dei manga, ovvero Le bizzarre avventure di Jojo.
I due manga sembrano tra loro stranamente collegati. I due protagonisti sono tali J.Lo Zeppeli e Johnny Joestar, mentre tra quelli che potremmo considerare antagonisti troviamo un certo Diego Brando, famoso fantino di origini inglesi.
La gara sembra diventare una scusa per una trama nascosta. I personaggi presentati sono molti e variopinti, ed i richiami alla vecchia serie non stanno solo nei nomi.
J.Lo Zeppeli, anomalo cow boy dal comportamento bizzarro e dalla dentatura con inciso «Go!Go! Zeppeli», sembra infatti dotato di uno strano potere collegato alle sfere di metallo che porta con se. Questi oggetti, probabilmente gli steel ball del titolo, gli permettono di manipolare in modo non consueto l'ambiente e le persone circostanti. Ad accorgersene sarà il fantino paraplegico Johnny Joestar, non certo uno stinco di santo, che, toccandone una spinto dalla sua curiosità, si ritroverà per un istante in piedi sulle sue gambe. Incredulo per l'accaduto, ed allontanato dal figuro, si deciderà a partecipare alla gara, nonostante per lui sia pressoché impossibile persino salire su di un cavallo.
Comincia così la folle corsa delle sfere d'acciaio, e tutto lascia presagire che sarà molto molto meno tranquilla di quanto preventivato.
Steel Ball Run potrebbe essere una lettura piacevole ed accattivante. Questo a patto di digerire il disegno un po' poco comprensibile e la trama con molti riferimenti alla serie precedente.
Araki ha uno stile estremamente creativo, in grado di trasformare qualsiasi cosa in una lotta mentale, senza mai affidare la soluzione al confronto di forza bruta. Questo rende le sue serie un proseguirsi di idee eccezionali, che da una parte danno la garanzia di evitare ripetitività, mentre dall'altra mettono in pericolo la storia per un eccesso di «stramberie».
La serie, in definitiva, potrebbe essere un toccasana per chi sente la necessità di arrivare a qualcosa di diverso, senza però allontanarsi dai suoi generi preferiti, quelli con molte botte e tanta azione.

ISSN 1129-9754 | Italiano | CBR 215 dpi | 66,3 MB | 244 pagine

Action 152 - Steel Ball Run 4 - 12 Giugno 2006

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Action 152 - Steel Ball Run 4 - 12 Giugno 2006 | ISSN 1129-9754 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Shonen | Fumetti | Manga | Shounen | Azione | Combattimenti
Collana edita dalla Star Comics che ospita serie manga di gran successo, tra cui: Le Bizzarre Avventure di JoJo, Baoh, Steel ball Run e molte altre. 

Numero volumi : 13
Steel Ball Run è un manga scritto e disegnato da Hirohiko Araki, serializzato in Giappone dalla Shueisha e in Italia dalla Star Comics.
Una folle corsa per attraversare i vecchi Stati Uniti d'America e vincere con ogni diritto i 50 milioni di dollari messi in palio dagli organizzatori: in questo si riassume la trama di Steel Ball Run.
Pensando al vecchio west ed allo spirito pionieristico, considerando che la storia si svolge nel 1890, si potrebbe pensare a questo manga come ad un'avventura di 70 giorni circa tra lande desolate, con sparatorie, assalti, indiani e qualsiasi altro colpo di scena immaginabile.
E ci saremmo anche andati piuttosto vicini, se solo non fosse che l'autore di questa pazzia, Hirohiko Araki, è stato l'autore di una delle serie di combattimenti più longeve e mentalmente insane della storia dei manga, ovvero Le bizzarre avventure di Jojo.
I due manga sembrano tra loro stranamente collegati. I due protagonisti sono tali J.Lo Zeppeli e Johnny Joestar, mentre tra quelli che potremmo considerare antagonisti troviamo un certo Diego Brando, famoso fantino di origini inglesi.
La gara sembra diventare una scusa per una trama nascosta. I personaggi presentati sono molti e variopinti, ed i richiami alla vecchia serie non stanno solo nei nomi.
J.Lo Zeppeli, anomalo cow boy dal comportamento bizzarro e dalla dentatura con inciso «Go!Go! Zeppeli», sembra infatti dotato di uno strano potere collegato alle sfere di metallo che porta con se. Questi oggetti, probabilmente gli steel ball del titolo, gli permettono di manipolare in modo non consueto l'ambiente e le persone circostanti. Ad accorgersene sarà il fantino paraplegico Johnny Joestar, non certo uno stinco di santo, che, toccandone una spinto dalla sua curiosità, si ritroverà per un istante in piedi sulle sue gambe. Incredulo per l'accaduto, ed allontanato dal figuro, si deciderà a partecipare alla gara, nonostante per lui sia pressoché impossibile persino salire su di un cavallo.
Comincia così la folle corsa delle sfere d'acciaio, e tutto lascia presagire che sarà molto molto meno tranquilla di quanto preventivato.
Steel Ball Run potrebbe essere una lettura piacevole ed accattivante. Questo a patto di digerire il disegno un po' poco comprensibile e la trama con molti riferimenti alla serie precedente.
Araki ha uno stile estremamente creativo, in grado di trasformare qualsiasi cosa in una lotta mentale, senza mai affidare la soluzione al confronto di forza bruta. Questo rende le sue serie un proseguirsi di idee eccezionali, che da una parte danno la garanzia di evitare ripetitività, mentre dall'altra mettono in pericolo la storia per un eccesso di «stramberie».
La serie, in definitiva, potrebbe essere un toccasana per chi sente la necessità di arrivare a qualcosa di diverso, senza però allontanarsi dai suoi generi preferiti, quelli con molte botte e tanta azione.

ISSN 1129-9754 | Italiano | CBR 215 dpi | 52 MB | 237 pagine

Action 151 - Steel Ball Run 3 - 9 Maggio 2006

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Action 151 - Steel Ball Run 3 - 9 Maggio 2006 | ISSN 1129-9754 | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Manga | Shonen | Fumetti | Manga | Shounen | Azione | Combattimenti
Collana edita dalla Star Comics che ospita serie manga di gran successo, tra cui: Le Bizzarre Avventure di JoJo, Baoh, Steel ball Run e molte altre. 

Numero volumi : 13
Steel Ball Run è un manga scritto e disegnato da Hirohiko Araki, serializzato in Giappone dalla Shueisha e in Italia dalla Star Comics.
Una folle corsa per attraversare i vecchi Stati Uniti d'America e vincere con ogni diritto i 50 milioni di dollari messi in palio dagli organizzatori: in questo si riassume la trama di Steel Ball Run.
Pensando al vecchio west ed allo spirito pionieristico, considerando che la storia si svolge nel 1890, si potrebbe pensare a questo manga come ad un'avventura di 70 giorni circa tra lande desolate, con sparatorie, assalti, indiani e qualsiasi altro colpo di scena immaginabile.
E ci saremmo anche andati piuttosto vicini, se solo non fosse che l'autore di questa pazzia, Hirohiko Araki, è stato l'autore di una delle serie di combattimenti più longeve e mentalmente insane della storia dei manga, ovvero Le bizzarre avventure di Jojo.
I due manga sembrano tra loro stranamente collegati. I due protagonisti sono tali J.Lo Zeppeli e Johnny Joestar, mentre tra quelli che potremmo considerare antagonisti troviamo un certo Diego Brando, famoso fantino di origini inglesi.
La gara sembra diventare una scusa per una trama nascosta. I personaggi presentati sono molti e variopinti, ed i richiami alla vecchia serie non stanno solo nei nomi.
J.Lo Zeppeli, anomalo cow boy dal comportamento bizzarro e dalla dentatura con inciso «Go!Go! Zeppeli», sembra infatti dotato di uno strano potere collegato alle sfere di metallo che porta con se. Questi oggetti, probabilmente gli steel ball del titolo, gli permettono di manipolare in modo non consueto l'ambiente e le persone circostanti. Ad accorgersene sarà il fantino paraplegico Johnny Joestar, non certo uno stinco di santo, che, toccandone una spinto dalla sua curiosità, si ritroverà per un istante in piedi sulle sue gambe. Incredulo per l'accaduto, ed allontanato dal figuro, si deciderà a partecipare alla gara, nonostante per lui sia pressoché impossibile persino salire su di un cavallo.
Comincia così la folle corsa delle sfere d'acciaio, e tutto lascia presagire che sarà molto molto meno tranquilla di quanto preventivato.
Steel Ball Run potrebbe essere una lettura piacevole ed accattivante. Questo a patto di digerire il disegno un po' poco comprensibile e la trama con molti riferimenti alla serie precedente.
Araki ha uno stile estremamente creativo, in grado di trasformare qualsiasi cosa in una lotta mentale, senza mai affidare la soluzione al confronto di forza bruta. Questo rende le sue serie un proseguirsi di idee eccezionali, che da una parte danno la garanzia di evitare ripetitività, mentre dall'altra mettono in pericolo la storia per un eccesso di «stramberie».
La serie, in definitiva, potrebbe essere un toccasana per chi sente la necessità di arrivare a qualcosa di diverso, senza però allontanarsi dai suoi generi preferiti, quelli con molte botte e tanta azione.

ISSN 1129-9754 | Italiano | CBR 215 dpi | 53,4 MB | 228 pagine

Almanacco Topolino 347 - Mega Almanacco 11 - Novembre 1985

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Almanacco Topolino 347 - Mega Almanacco 11 - Novembre 1985 | ISSN 1123-878X | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Universo Disney
L'Almanacco Topolino iniziò ad essere pubblicato nel 1957 come continuazione degli Albi d'Oro, una rivista che proponeva, alternativamente, storie tratte dall'universo Disney e storie non-Disney.
Nei primi anni trenta, con il nome di Albi d'Oro, la testata Almanacco Topolino venne utilizzata per pubblicare albi speciali, stagionali o annuali come nella moda statunitense. Dall'ottobre del 1956 la testata ha affiancato e poi sostituito la serie degli Albi d'Oro, divenuto semplicemente una piccola dicitura in un quadratino in alto a sinistra.
Sull'Almanacco Topolino venivano preferibilmente pubblicati fumetti stranieri, principalmente a causa del suo formato più ampio che consentiva di pubblicare le storie tipicamente a quattro strisce dell'estero senza rimontarle o ridurle in dimensioni. Alcuni anni più tardi, nel gennaio del 1970, venne adottata una nuova numerazione, partendo dal 157, ovvero contando i numeri usciti dal gennaio 1957 in poi, che diventa così il primo numero ufficiale della serie. Fino al dicembre 1981, la rivista aveva la caratteristica di essere stampata alternando due pagine a colori e due in bianco e nero: dal mese seguente divenne invece interamente a colori.
Dal gennaio 1985 la rivista ha assunto un formato ridotto e ha cambiato il suo nome in Mega Almanacco e successivamente in Mega 2000 e in Mega 3000 (dal 2000). Nel corso degli anni novanta ha iniziato a presentare al pubblico anche storie danesi e brasiliane, oltre a quelle statunitensi e olandesi.
L'Almanacco Topolino è stato ripreso nel corso dell'aprile 1999 come trimestrale: presentava le ristampe delle più illustri storie mai pubblicate sulla prima serie. Si è conclusa con il numero 13 del marzo 2002.
Buona parte delle storie classiche apparse sulla prima serie della rivista sono ristampate sulla testata Le Imperdibili, che si avvale delle copertine di Marco Rota. Anche questa serie ha chiuso i battenti, con il numero 33 del settembre 2007.
La rivista ha avuto questi titoli:
- Albi d'Oro: inizia come settimanale, presentando anche storie non-Disney, quindi diventa mensile con storie solo Disney fino al dicembre 1956;
- Almanacco Topolino: dal gennaio 1957 fino al dicembre 1984;
- Mega Almanacco: partito con il numero 337, nel gennaio 1985;
- Mega 2000: partito dal numero 424, nell'aprile del 1992;
- Mega 3000: partito dal numero 521, nel maggio 2000;
- Mega: partito con il numero 596 ad agosto 2006, e terminato con il numero 613 a gennaio 2008.
Tutte queste serie sono da considerarsi un'unica collana in virtù della numerazione continua.

ISSN 1123-878X | Italiano | CBR 215 dpi | 63,6 MB | 228 pagine

Almanacco Topolino 368 - Mega Almanacco 32 - Agosto 1987

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Almanacco Topolino 368 - Mega Almanacco 32 - Agosto 1987 | ISSN 1123-878X | CBR 215 dpi | Mensile | Fumetti | Universo Disney
L'Almanacco Topolino iniziò ad essere pubblicato nel 1957 come continuazione degli Albi d'Oro, una rivista che proponeva, alternativamente, storie tratte dall'universo Disney e storie non-Disney.
Nei primi anni trenta, con il nome di Albi d'Oro, la testata Almanacco Topolino venne utilizzata per pubblicare albi speciali, stagionali o annuali come nella moda statunitense. Dall'ottobre del 1956 la testata ha affiancato e poi sostituito la serie degli Albi d'Oro, divenuto semplicemente una piccola dicitura in un quadratino in alto a sinistra.
Sull'Almanacco Topolino venivano preferibilmente pubblicati fumetti stranieri, principalmente a causa del suo formato più ampio che consentiva di pubblicare le storie tipicamente a quattro strisce dell'estero senza rimontarle o ridurle in dimensioni. Alcuni anni più tardi, nel gennaio del 1970, venne adottata una nuova numerazione, partendo dal 157, ovvero contando i numeri usciti dal gennaio 1957 in poi, che diventa così il primo numero ufficiale della serie. Fino al dicembre 1981, la rivista aveva la caratteristica di essere stampata alternando due pagine a colori e due in bianco e nero: dal mese seguente divenne invece interamente a colori.
Dal gennaio 1985 la rivista ha assunto un formato ridotto e ha cambiato il suo nome in Mega Almanacco e successivamente in Mega 2000 e in Mega 3000 (dal 2000). Nel corso degli anni novanta ha iniziato a presentare al pubblico anche storie danesi e brasiliane, oltre a quelle statunitensi e olandesi.
L'Almanacco Topolino è stato ripreso nel corso dell'aprile 1999 come trimestrale: presentava le ristampe delle più illustri storie mai pubblicate sulla prima serie. Si è conclusa con il numero 13 del marzo 2002.
Buona parte delle storie classiche apparse sulla prima serie della rivista sono ristampate sulla testata Le Imperdibili, che si avvale delle copertine di Marco Rota. Anche questa serie ha chiuso i battenti, con il numero 33 del settembre 2007.
La rivista ha avuto questi titoli:
- Albi d'Oro: inizia come settimanale, presentando anche storie non-Disney, quindi diventa mensile con storie solo Disney fino al dicembre 1956;
- Almanacco Topolino: dal gennaio 1957 fino al dicembre 1984;
- Mega Almanacco: partito con il numero 337, nel gennaio 1985;
- Mega 2000: partito dal numero 424, nell'aprile del 1992;
- Mega 3000: partito dal numero 521, nel maggio 2000;
- Mega: partito con il numero 596 ad agosto 2006, e terminato con il numero 613 a gennaio 2008.
Tutte queste serie sono da considerarsi un'unica collana in virtù della numerazione continua.

ISSN 1123-878X | Italiano | CBR 215 dpi | 94,9 MB | 228 pagine
 

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